L’oro da sempre è considerato uno tra i più sicuri beni di investimento: come gli immobili e le pietre preziose rientra nell’ambito di quelli che vengono definiti beni rifugio. Si tratta di beni fisici che ben si prestano all’acquisto a scopo sia speculativo che di riserva di capitale in quanto, diversamente da quanto avviene con i titoli azionari e gli investimenti in beni finanziari in genere, il loro valore non viene influenzato se non in piccola parte, dalle vicende esterne ai mercati.
Insomma, decidere di investire il proprio patrimonio o comunque di diversificare il proprio portafoglio, acquistando oro fisico rappresenta un’ottima scelta, in grado di tenere al sicuro i capitali anche in caso di cataclismi, guerre e crisi economiche.
Non stupisce quindi che, anche a fronte dell’incertezza che in questi anni stiamo vivendo, in molti siano interessati al mercato dell’oro e decidano di impiegare in modo utile e redditizio i propri risparmi o, grazie alla reviviscenza del settore dell’usato, puntino ad ottenere una liquidità immediata in un modo legale e alla portata di tutti, rivendendo ai compro oro i propri monili usati.
Ma da cosa dipende il prezzo dell’oro e conviene davvero acquistarlo o venderlo?
Senza dubbio avrete sentito parlare dell’impennata registrata negli ultimi tempi dalla quotazione dell’oro. In effetti, sui mercati di scambio, esso mantiene un prezzo se non costante, in continua salita.
Il costo del biondo metallo si determina quotidianamente in base alle dinamiche della domanda e dell’offerta. Esso infatti viene scambiato su mercati fuori borsa, in tutto il mondo (in pratica senza soluzione di continuità) e senza l’intervento necessario di intermediari autorizzati. Il prezzo si determina in base al volume della richiesta in rapporto con la disponibilità del metallo, senza che abbiano peso le vicende tipiche dei mercati azionari.
Ciò non significa che il mercato dell’oro sia del tutto avulso alle vicende esterne: uno dei fattori che naturalmente lo influenzano è, ad esempio, il valore del dollaro americano, posto che l’oro viene scambiato in quella valuta.
Due volte al giorno, in oltre, un’autorità a ciò deputata, che ha sede presso la Borsa di Londra fin dalla fine del 1800, interviene a calmierare il mercato, definendo un prezzo ufficiale, definito Fixing dell’oro.
Le dinamiche fin qui considerate riguardano l’oro puro 24 kt, in genere scambiato sotto forma di lingotti e barre da investimento e non è quindi applicabile tal quale alle altre forme assunte dall’oro ed in particolare all’oro usato.
A tale proposito è bene fare una precisazione preliminare: il termine “oro usato” è frutto in verità di un’imprecisione. Posto che il valore intrinseco dell’oggetto dipende esclusivamente dal materiale di cui è composto, che mantiene inalterate nel tempo le sue caratteristiche, meglio sarebbe parlare in ogni caso di “oro lavorato”.
In campo orafo, come è noto, l’oro non viene mai utilizzato allo stato originario: la sua naturale duttilità e morbidezza, rende l’oro 24 kt inadatto alla lavorazione e si preferisce quindi ricorrere all’unione in lega con altri metalli, al fine di aumentare la durezza e la resistenza del materiale.
Le leghe più frequenti sul mercato italiano sono quelle a 18 kt, ottenute dall’unione dell’oro con l’argento, il rame, lo zinco o il nickel, in differenti percentuali.
La lega, contenendo una minore quantità di oro puro avrà necessariamente un valore inferiore rispetto all’oro 24 kt, ma potrà essere apprezzata per le varianti di colore che, grazie al corretto dosaggio dei componenti possono essere ottenute.
Sono in lega 18 kt, ad esempio, sia l’oro rosso che l’oro bianco, quest ultimo spesso utilizzato per la sua bellezza e luminosità quale sostituto del platino in composizioni orafe di grande valore.
Quando si considera il valore di un manufatto in oro quindi, non è possibile applicare tal quale il prezzo stabilito dal mercato, ma è necessario adattarlo all’effettiva caratura. I compro oro e i banco metalli, utilizzano quale dato di riferimento il prezzo ufficiale dell’oro 24 Kt, al quale applicano uno spread variabile, che sconta i costi di gestione del metallo e che viene imposto liberamente da ogni esercente.
Prima di stabilire la convenienza di un acquisto o di una vendita, è quindi buona norma verificare il prezzo proposto da diversi compro oro, posto che la differenza di valore proposto può raggiungere anche il 20%.