Le monete d’oro sono una forma di investimento che risulta molto conveniente rispetto ai normali metalli preziosi. Infatti i pezzi non causano alcun ingombro dato che si caratterizzano per avere piccole dimensioni, a differenza di quanto accade per i lingotti. Di conseguenza questi oggetti si conservano facilmente: una scatoletta per fiammiferi può contenerne alcune decine, riparandole al tempo stesso da urti, graffi e abrasioni. Inoltre le monete d’oro sono conservabili in maniera semplice perché, a differenza delle altre forme di oro da investimento, non devono essere obbligatoriamente ospitate in una cassetta blindata di una banca. Infatti bisogna tenere a mente che, nel caso dell’oro fisico 24 carati, è necessario che i pezzi non escano mai dal circuito del mercato dell’oro. In caso contrario si deve sottoporre nuovamente i lingotti oppure le placchette a un test specifico per certificarne la purezza. Invece le monete in metallo pregiato sono assimilate all’oro da investimento, quindi usufruiscono di varie agevolazioni ma sono soggette a minori obblighi. Per questo motivo sono esenti dall’IVA e possono anche essere conservate in casa per poi essere rivendute senza problemi. Di conseguenza si tratta della forma di investimento in oro ideale per i piccoli investitori che sono in possesso di pochi pezzi oppure che acquistano tre o quattro unità all’anno.
L’acquisto e la vendita delle monete d’oro avviene presso banco metalli oppure negozi compro monete e, prima di valutare i pezzi, l’operatore ne controlla lo stato. I pezzi vecchi o mal conservate non hanno un valore inferiore, soprattutto nel caso degli esemplari antichi, tuttavia una cattiva conservazione può provocare una consumazione del metallo pregiato contenuto. Infatti incisioni, graffi, abrasioni e strofinamenti della superficie comportano una perdita dell’oro contenuto nella singola moneta. Di conseguenza esiste la possibilità che il peso nominale dell’esemplare possa essere diverso rispetto a quello di listino. Bisogna tenere a mente, infatti, che il prezzo di vendita e di acquisto non può essere superiore all’80% del valore del metallo pregiato contenuto nella moneta sul mercato libero dell’oro.
Ovviamente gli esemplari vengono pesati per sapere se hanno perso un po’ del loro peso e, quindi, del loro valore, tuttavia in certi casi l’operatore può determinare lo stato di conservazione semplicemente con un controllo a vista. Di conseguenza può subito avvisare il venditore della possibilità che le monete valgano di meno per colpa di una cattiva conservazione. Si tratta comunque di casi molto rari, anche perché gli esemplari assimilati all’oro da investimento devono essere stati coniati dopo il 1800: di conseguenza sono monete relativamente giovani. Questa possibilità è ancora più rara per le sterline, in quanto a metà Ottocento la Banca d’Inghilterra decise di ritirare periodicamente le sovrane usurate e fonderle, così da usare il metallo prezioso ottenuto per coniare una nuova serie di monete.
Per ottenere le valutazioni migliori si consiglia di confrontare le proposte dei vari operatori, rivolgendosi sempre a esercizi commerciali conosciuti per la loro serietà, affidabilità e competenza. Per questo motivo è meglio fare affidamento sui negozi che sono iscritti all’Albo degli operatori professionali in oro tenuto dalla Banca d’Italia: è sufficiente andare sul sito web dell’istituzione e controllare nella pagina apposita. La ricerca può essere effettuata attraverso la partita IVA oppure per Regione e città. In questo modo si può vedere quale sia l’attività più vicina che offre questo genere di servizi. Gli operatori possono anche consigliare i propri clienti su quali sono i periodi migliori per vendere le monete preziose e realizzare un buon guadagno, tenendo conto dell’andamento generale del mercato dell’oro e di quali siano gli esemplari maggiormente apprezzati. Tra i classici più quotati ci sono le Sterline, i Marenghi italiani (soprattutto le Vittorio Emanuele II, le Umberto I e le Vittorio Emanuele III), le Eagle Statunitensi e le Panda Cinesi.